Dottor Alberto Brescia
Studio Oculistico
Centro di Diagnostica e Microchirurgia dell'occhio

FAQ sulla Chirurgia della Cataratta

Ci sono individui particolarmente predisposti all’eventuale insorgenza della cataratta?
Si. Tra le categorie “a rischio” si trovano le persone anziane, i pazienti diabetici, chi assume regolarmente farmaci cortisonici, chi ha subito un grave trauma oculare e chi è affetto da miopia o altre particolari malattie oculari.

La cataratta può essere causa di cecità?
Nella fase più avanzata della malattia è possibile che si verifichi una perdita totale della capacità visiva. Tuttavia l’intervento chirurgico ne garantisce il recupero totale.

Per tenere sotto controllo la salute degli occhi e assicurarmi un’efficace prevenzione è sufficiente misurare periodicamente la vista?
No. Sono necessarie visite oculistiche complete, effettuate da oculisti specialisti. Molte malattie oculari, infatti, provocano sintomi e fastidi a livello di visione solo in fasi avanzate.

Come si cura la cataratta?
Non esistono medicine capaci di curare la cataratta e farla regredire. La sola terapia possibile è quella chirurgica.

Una volta diagnosticata la cataratta, quando è consigliabile procedere all’intervento chirurgico?
Non esiste un momento particolarmente indicato nel processo d’evoluzione della malattia, che cambia da persona a persona. Il medico consiglia l’intervento quando il calo della vista raggiunge livelli tali da influenzare le normali attività del paziente.

Quale anestesia è la migliore?
Il chirurgo oculista e lo specialista in anestesia (anestesista) sono in grado di consigliare la soluzione migliore: nella maggior parte dei casi l’anestesia topica o locale è sufficiente.

Dopo l’anestesia topica riuscirò a vedere?
L’anestesia topica o superficiale è fatta sul paziente sveglio per cui il recupero delle funzioni visive avviene immediatamente dopo l’intervento.

La cataratta può riformarsi dopo essere stata rimossa?
No. Durante l’intervento chirurgico viene asportata la parte di cristallino interessata dall’opacità e si tratta di un tessuto che non è in grado di riformarsi.

Cosa si intende allora per cataratta secondaria?
La cosiddetta cataratta secondaria consiste in un’opacizzazione e in un leggero accartocciamento della capsula posteriore del cristallino. Proprio come un sottile foglio di pellicola trasparente, questa membrana lascia passare correttamente le immagini se è ben distesa, le deforma se presenta delle grinze. È per questo che alcuni pazienti subiscono un secondo intervento. Per incidere la capsula oggi viene usato il laser.

Quanto tempo dopo l’intervento si può tornare a svolgere un’attività lavorativa?
La riabilitazione è, come per ogni altro tipo di intervento, legata alla particolare risposta biologica del paziente, a fattori individuali legati all’età, all’eventuale compresenza di altre malattie. Pertanto la valutazione e la decisione spettano al chirurgo. Tuttavia vi è un limite indicativo di 15 giorni di tranquillità ed astensione da grossi sforzi.

Quali sono le patologie oculari che possono sovrapporsi alla cataratta influenzando negativamente l’esito dell’intervento?
La retinopatia diabetica e la degenerazione maculare possono ostacolare il recupero funzionale dopo l’intervento. Il glaucoma, invece, non crea alcun tipo di problema e può essere addirittura operato durante lo stesso intervento. Tutti i casi in cui vi sia un’altra patologia, anche non oculare, vanno comunque esaminati in modo specifico dallo specialista.

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